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In questo secondo romanzo, ambientato nell'ultimo scorcio del secolo XV tra le alte montagne di un immaginoso settentrione italico, l'autore svolge la narrazione attraverso un gioco di rimandi tra i tormentati eventi in cui il dotto medievale protagonista del romanzo è trascinato - in seguito ad un malaugurato, o piuttosto... benefico, cedimento alla tentazione della carne - e il travaglio intellettuale e spirituale che con quegli eventi si intreccia. Il male, il dolore, la verità...: in un tardo medioevo popolato di santi e di demoni, di umili e prepotenti, nel mezzo delle feroci lotte locali tra la parte papale e quella imperiale e della grande rivolta contadina guidata dal folle esorcista rivoluzionario, lo scavo interiore del tribolato viaggiatore si snoda sul filo di un sottile gioco intellettuale che miscela rigore e inganno logico o deduzione fantasiosa, scoprendo, al punto più alto, la superiore dignità del dubbio.